STOREP CONFERENCES, STOREP 2016 - Engines of growth and paths of development in the minds of analysts, policy makers and human beings

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Pigri, familisti, corrotti e bamboccioni? La culturalizzazione della crisi in Sud Europa
Joselle Dagnes, Javier González Díez, Luca Storti

Last modified: 2016-06-11

Abstract


Il paper proposto intende indagare in una prospettiva interdisciplinare - che unisce antropologia e sociologia - come la recente crisi economica abbia alimentato nel dibattito pubblico europeo rappresentazioni stereotipate delle diverse aree del continente. Tali rappresentazioni fanno spesso ricorso alla categoria di “cultura”, declinata in modo semplicistico ed essenzialista, per spiegare perché gli effetti della crisi si siano distribuiti in modo diseguale tra i diversi paesi europei, colpendo in misura prevalente quelli dell’area mediterranea. Si tratta di retoriche presentate come autoevidenti, per cui non viene proposto – né richiesto – nessun riscontro empirico, e che veicolano una visione omogenea e statica del Sud Europa.

In questa prospettiva, possiamo affermare che il Centro-Nord Europa rinfacci al Sud quattro vizi capitali:

  1. la presenza di ritmi lavorativi bassi, dovuti a pigrizia e riluttanza a una vita intensa e di sacrifici;
  2. l’atavica propensione a vivere al di sopra delle proprie possibilità, accumulando debito e facendo ricorso in modo disinvolto alla leva dell’inflazione;
  3. la scarsa disponibilità a rispettare le regole, che emerge in modo evidente nella diffusione di elevati livelli di corruzione e nella bassa propensione alla fedeltà fiscale;
  4. la cronica difficoltà a produrre buone performance economiche, nonché efficacia ed efficienza lavorativa.

Gli elementi sopra richiamati possono essere ricondotti – in modo più o meno diretto ed evidente – alla persistenza di forme di reti parentali estese e di “legami forti” nella sfera familiare dei paesi del Sud Europa. Tale assetto costituirebbe infatti in sé un fattore di arretratezza, nella misura in cui determina un orientamento alla massimizzazione degli interessi privati e delle persone più contigue (idea che si consacra nel concetto di familismo amorale) e conseguentemente:

  1. una ridotta propensione a fare rete al di fuori dei legami parentali e amicali;
  2. una cronica incapacità di conciliare interesse privato e pubblico;
  3. un freno al pieno sviluppo delle individualità e dell’agency personale (come nel caso del ritardo nell’uscita di casa, considerato come sintomo della forza dei legami parentali).

Unendo dati di carattere quantitativo a materiale empirico raccolto mediante interviste e a osservazioni di tipo etnografico, si cercherà di evidenziare come le suddette rappresentazioni forniscano uno scenario semplificato e banalizzato, trascurando sistematicamente le considerevoli differenze che esistono tra i paesi del Sud Europa e all’interno di ciascuno dei paesi del Sud Europa. In relazione a molteplici variabili socioeconomiche, infatti, i paesi mediterranei sono in realtà tra quelli contraddistinti da una maggiore varianza. Il ricorso a un concetto statico e semplicistico di “cultura” tende a nascondere i mutamenti sociali, politici e culturali che hanno interessato i paesi dell’area mediterranea, fornendo una visione di questa parte del continente come di un contesto immutabile. Nondimeno, per quanto alcune rappresentazioni possano essere in parte fondate, esse sono in molti casi interpretabili come effetto emergente di complessi fattori demografici, sociali e politici, a livello macro, e come l’esito di scelte progettuali e di adattamento razionale compiute dagli attori, a livello micro. Risultano quindi inadeguate quelle spiegazioni che reificano la presenza di una presunta cultura del Sud, che sarebbe colpevole di diffondere credenze e stili di vita solo parzialmente compatibili con un concetto di modernità troppo calcato sul modello nord-europeo, e quindi cause di un arretratezza storica che si manifesta nelle periodiche crisi economiche.


Keywords


Economic crisis; Culture; Familism; South Europe; Growth; Agency; Public Debt